venerdì 24 aprile 2020

RING THE BELL#0/2 - End of an Era


Qualche anno fa (nel 2012 se ricordo bene) avevo avuto la possibilità di scrivere su un sito, che per correttezza non cito e che nemmeno so se sia ancora attivo ma non è questo il punto focale, e mi aveva “cercato” solo perché facevo parte di WW ed avevo un editoriale sul forum, una volta chiuso definitivamente WRESTLING WORLD come sito.

Nella “trattativa” avevo più volte spiegato che io con il sito non avevo mai avuto nulla a che fare, che ritenevo quello che scrivevo opinioni e non editoriali ecc. ecc.  ma alla fine il mio ego ebbe la meglio ed accettai.

Non fu una lunga collaborazione, anche per alcuni problemi personali che vennero a crearsi, per un motivo principale e cioè la totale mancanza di interazione, non solo sui miei pezzi, da parte di chi leggeva.

E se vi erano commenti erano per fare i complimenti spesso da parte di chi aveva altre rubriche.

Se io scrivo, come sto facendo ora, non è per dimostrare quanto sono bravo, cosa poi non vera, o per “insegnare” wrestling (non ne ho le conoscenza mi riterrò sempre un grande, ma semplice, appassionato) ma perché mi piace il confronto, avere critiche che mi aiutino a crescere in una cosa, lo scrivere, che mi è sempre piaciuta.

Questa lunga premessa per venire a parlare della mutazione dei siti di inizio millennio a quelli di oggi, e non parlo a livello estetico o della facilità oggi nell’aprire “siti” (virgolettati perché, come detto ieri, si deve cercare la notizia in mezzo a mille mila banner pubblicitari) ma dei contenuti.

Contenuti che sono venuti sempre più a scadere sia in termini di editoriali che in termini di news o report.

L’aumento esponenziale della nascita dei siti ad inizio anni ‘10, grazie alla facilità di creazione degli stessi e quindi all’alto numero di persone richieste per i vari staff, ha portato gente che seguiva il wrestling da pochi anni se non mesi a diventare membri di questi staff.

L’accusa, sia chiaro, non è il tempo da cui uno segue il wrestling ma il modo in cui si pone poi nello scrivere e qui arrivano le note dolenti.

News tradotte male dall’inglese (che quindi denotano una mancanza della conoscenza della lingua inglese cosa necessaria visto che il lavoro maggiore è propria la traduzione dall’originale), rubriche scritte male, in italiano spesso scorretto, e che molte volte non dicono nulla, non spiegano, non danno reali motivazioni dei loro pensieri e spesso si legga una “propaganda” pro o contro un wrestler e in molti casi senza avere una conoscenza del passato associando anche mancanza di rispetto verso atleti del passato.

Se non mi sono mai arrogato il diritto, anche dopo una decina di anni che “scrivo” di sentirmi capace e ritenermi, come detto sopra, uno che possa insegnare ad altri però sono stato un lettore assiduo e riconosco dieci righe scritte male, anche da persone che frequentano il mondo del pro wrestling ad alti livelli in Italia, e che non hanno né capo né coda e quello che mi dà ancora più fastidio è leggere certi commenti sotto a lodare pure certi personaggi.

Si è oramai arrivati ad un appiattimento della divulgazione di uno sport che ha una storia alle spalle, diffuso e amato in quasi tutto il mondo e che solo in Italia viene spesso deriso e svilito da personaggi che si creano piedistalli fatti di nulla e che purtroppo hanno una base di lettori che si accontenta di avere il minimo anziché pretendere molto di più in termini contenuti.

Ed ultimo, ma non certo di minor importanza, la quasi totale impossibilità di dialogare con chi non la pensa come te e di avere confronti che servono per crescere (e questo vale per ogni aspetto della vita).

Noi, nel nostro piccolo, cercheremo sempre di parlare del pro wrestling con il rispetto dovuto dando spazio ad idee, opinioni e quant’altro ci permetta di dialogare, crescere ed imparare tutti assieme.

Federico “ilvento71” Matteucci

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